Ti ho preparato un posto in Cielo! Per cosa?
Prima di morire, durante l’ultima Cena, Gesù ha recitato questa preghiera: “Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, affinché vedano la mia gloria che tu mi hai dato; perché tu mi hai amato prima della fondazione del mondo” (Gv 17,24) E ora che Gesù è già in gloria presso il suo Padre, ti dice: “Ti ho preparato un posto in Сielo!”.
Cosa significa avere un posto in Сielo e cosa significa avere un posto sulla terra? Qui sulla terra ci sono varie malattie, freddo, problemi nelle relazioni interpersonali, egoismo, cinismo, tradimento… Che cosa ottiene l’uomo da tutto questo? Senza una relazione con Dio, tutto questo è solo vanità. Fortunatamente, tutto finirà un giorno e verrà la morte. Dobbiamo quindi accettare questa vita come una croce, come un’opportunità per salvare anime immortali.
Gesù dice: “Ti ho preparato un posto in Cielo!” Ognuno di noi può pensare personalmente a questo: Ma per che cosa, Signore? Per i miei peccati, per la mia pigrizia? Allora per cosa me lo dai? Per non amarti? Ma anche se voglio amarti, alla fine il mio amore non è puro, è pieno di egoismo, pigrizia, tiepidezza, ricerca di se stesso. E per questo dovrei avere un posto in Cielo? Per i miei peccati, con i quali Ti ho crocifisso spiritualmente? Per l’infedeltà, la rinuncia a Te anche nelle piccole cose, per l’indifferenza verso di Te, e per la continua dolorosa rotazione intorno al proprio ego: Ahimè, se solo qualcuno ci tocca; se solo qualcuno ci guarda di traverso o alza la voce verso di noi, l’uomo cade immediatamente in depressione. Ma sul fatto che Cristo sia crocifisso nella nostra anima, siamo indifferenti. Allora per quale motivo ho il Cielo? Appena mi muovo, pecco, mi muovo e critico gli altri, condanno nel mio cuore, esalto me stesso. Sono come un vaso pieno di sporcizia: egoismo che persegue i suoi interessi.
L’uomo merita la punizione. La morte per il peccato è giusta. E Gesù viene in questa sporcizia e si assume tutti i peccati e mi dice: “Ti ho preparato un posto in Cielo!”. “Signore, ma questo rasenta l’estremo da parte Tua! Per che cosa?!” L’uomo non ha una goccia di gratitudine, non ringrazia nemmeno per la salute. Quante persone sono cieche, hanno le gambe amputate o hanno varie malattie. L’uomo ha la salute, ma la accetta come qualcosa di ovvio e non ringrazia nemmeno per essa. Ma quando sopraggiunge una piccola cosa, alza il pugno verso Dio. Il maligno ci inganna, noi gli crediamo e lo serviamo, ma resistiamo a Dio. Quando si deve rinunciare alla propria volontà – ma per il proprio bene, temporaneo ed eterno, – il vecchio uomo in noi non lo vuole.
“Ti ho preparato un posto in Cielo!” Invece, bisognerebbe prendere una frusta, un bastone – mi merito le percosse, le sofferenze… ma Gesù se le prende su di sé. E che indifferenza da parte mia ?! Per cosa me lo dai, Signore? Dovrei vergognarmi.
Quando guardo il volto di Gesù, vedo la corona di spine, ma mi comporto come se Gesù non esistesse, ignoro cinicamente la realtà che Lui ha sofferto per me, per come si è umiliato. Ed io sto andando avanti. Non mi interessa questo.
Gesù dice: “Seguimi!” Ma no, io vado per la mia strada. “Ti ho preparato un posto in Cielo.” Per che cosa? “Signore, mi vergogno di non ringraziarti nemmeno. Mi hai preparato un posto in Cielo – non è una ricompensa una tantum, è felicità eterna e devo viverci dentro. Ma non Ti amo. Sono tiepido, freddo.” Mi rendo conto: qual è il mio amore? Il mio cuore è come il ghiaccio. E cosa ha fatto Gesù per me? La flagellazione: ogni ferita per i peccati di impurità, i pensieri impuri, gli sguardi. La corona di spine, gli sputavano sul viso: per le manifestazioni del mio orgoglio, dell’egoismo. La Via Crucis: per la mia pigrizia per cui non voglio seguire la via della salvezza, ma vado per la via della perdizione, passo il tempo nelle vanità, e non ne faccio buon uso. Ho tempo per tutto tranne per Gesù e la mia anima. “E allora, Signore, mi hai preparato un posto in Cielo? Signore, questa è follia! Per cosa?”
Alla fine di questa vita, uno giunge all’eternità, guarderà Gesù negli occhi e dirà: “Signore, com’era la mia vita? Scavando in se stesso, vedrà le vibrazioni costanti attorno al suo ego.” E amare significa: uscire da esso! Amare se stesso, ma veramente, e il prossimo come se stesso. Ma prima di tutto devo amare Gesù.
A volte Dio concede un particolare momento, e in quel momento tutto è chiaro all’uomo: il nostro passato con i peccati e allo stesso tempo l’amore di Dio.
Il nostro compito è tendere a una relazione viva con Cristo, e questo non è possibile senza la preghiera. Dobbiamo trovare il tempo per essa, anche se sembra una perdita di tempo. Si preferisce frugare in internet: guardare film, cercare informazioni, perdere il tempo. Ma ora è il momento per la mia anima e per Dio. Come mai? Perché verrà la morte e l’uomo dorme per tutta la vita: non la vive, ma dorme.
“Signore, mi stai dando questo tempo in modo che io possa aprirmi a Te e accettare con gratitudine ciò che hai fatto per me. Voglio darti un posto nel mio cuore, voglio che Tu mi purifichi, che mi liberi dalle varie dipendenze, dalle catene di un vecchio uomo con il quale non entrerò nel Regno di Dio. Voglio perdere la mia vita perché voglio stare con Te per sempre. Non voglio perdere il posto che hai preparato per me.
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